Laboratorio Multiculturale 4Life 2.0: un "gioco di ruolo" per gli studenti degli Istituti Superiori francofontesi e gli ospiti dello SPRAR.___
"Per una volta, almeno per una volta, mi auguro e prego che i cittadini europei non si chiedano dove vogliano andare gli esseri umani che bussano alle porte dei Paesi occidentali. Io spero e prego che almeno una volta ci si chieda da cosa fuggono[...]"
Desmond Tutu (premio Nobel per la pace)
Rispondere all’invito di Desmond Tutu, simbolo, con Nelson Mandela, della lotta al regime dell’apartheid, significa inoltrarsi su un sentiero impervio, ma non impraticabile. Ed è quello che, anche quest’anno dopo il quarto consecutivo, abbiamo cercato di fare, in collaborazione con l’Associazione Mylawyer, con il nostro Laboratorio Multiculturale 4Life 2.0 assieme agli studenti francofontesi e agli ospiti del nostro progetto SPRAR.
Ad essere coinvolti, questa volta, sono stati i ragazzi dell’ Istituto Alaimo a cui è stato proposto di ripercorrere, con la testimonianza diretta di chi l’ha vissuto sulla propria pelle, attraverso una sua simulazione, il viaggio migratorio che molti loro coetanei affrontano, per arrivare in Italia, da quella parte di Africa subsahariana che dai Paesi del sud-ovest (rotta del Sahel) si estende sino al Corno d’Africa.
Da dove vengono e da cosa scappano milioni di persone, in gran parte ragazze e ragazzi, costrette ad abbandonare la propria casa e a cercare protezione altrove in cerca di fututo? I rischi della traversata in mare, la solitudine lungo il percorso, le sofferenze, la schiavitù, i rapimenti e le violenze sino all’approdo in Italia. Ed ecco, allora, che "il deserto diventa un tappeto di corde intrecciate da superare... che gli strumenti che si sceglie di portare con sé possono fare la differenza tra il proseguire e il doversi fermare...che raggiungere un confine diventa difficile come, con sedere a terra, il muoversi in cerchio senza lasciarsi le mani".
Attraverso un gioco si è cercato di far riflettere su un viaggio che spesso dura più di un anno e dietro al quale si cela un commercio che costa migliaia di vite, e che vale miliardi. In un gioco di ruolo, per definizione, i giocatori assumono il ruolo di uno o più personaggi e creano uno spazio immaginario in un’ambientazione narrativa che può ispirarsi a un romanzo, a un film, o ad un’altra fonte creativa o di pura invenzione. Col nostro Laboratorio, la
fonte è stata reale così come reale il viaggio di Henok, eritreo, presente tra gli altri alla giornata, che ha scelto il mare come ultima speranza e che ha trasmesso ai suoi coetanei una storia di coraggio, di speranza e di resilienza.
A giudizio condiviso è stato parecchio interessante sia per gli studenti, che hanno partecipato con molta curiosità e voglia di "capire"; sia per gli ospiti del nostro SPRAR, che hanno colto l’occasione per relazionarsi con i loro "coetani". Tanto ai primi quanto ai secondi... a tutti loro, i nostri ragazzi, auguriamo lo stesso futuro: di grande bellezza.
A voi lettori, in più, affidiamo l’invito conclusivo dell’avv. Massimo Millesoli, nostro partner, che ringraziamo per aver condotto un tema "difficile", come quello dei migranti, con leggerezza e semplicità e con la preparazione di
sempre: "...quello che oggi abbiamo fatto per gioco, i ragazzi qui presenti, ospiti delle strutture dello SPRAR di Francofonte, lo hanno vissuto in prima persona in maniera assai più drammatica. Sarebbe utile che oggi, tornando a casa, raccontiate questa esperienza ai vostri genitori, ai vostri nonni, ai vostri amici per favorire la diffusione di una corretta informazione su chi sono i richedenti asilo e sul perchè lasciano il loro paese."
Al prossimo appuntamento. Grandi...ragazzi, grazie soprattutto a voi!
Ufficio Comunicazione
Iblea Servizi Territoriali Soc. Coop. Sociale - ONLUS
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